Facciamoci caso: ci sono in giro idee di contrasto alla ‘ndrangheta?
Quello che mi colpisce è la totale assenza di ogni
riferimento alla ‘ndrangheta. Un vuoto mediatico denunciato ancora di recente
da Vincenzo D’Onofrio, coraggioso PM della DDA di Napoli ospite nella nostra
città nello scorso mese di settembre e dallo stesso Roberto Saviano che ha più
volte ribadito che le mafie “non sono un problema, ma il problema”.
So che rischio come al solito di passare per un rompiscatole,
“quello della legalità” – dice qualcuno. Ma è importante far capire alle
persone che la lotta alla ‘ndrangheta non è semplicemente una questione etica:
il suo valore è misurabile anche in investimenti e posti di lavoro. L’istituto
di ricerche Demoscopika stima un giro
d’affari complessivo di oltre 53 miliardi di euro, pari al 3,5% del PIL
italiano del 2013.
Liberarsi dalla ‘ndrangheta significa dunque liberare
risorse, far crescere il Pil e creare lavoro. I beni confiscati troppo spesso
non vengono restituiti alla collettività per mancanza delle risorse necessarie
a riconvertirne la destinazione d’uso. E’ necessario che la Regione Calabria istituisca
un fondo da impiegare rapidamente per il riutilizzo a fini sociali dei beni
sequestrati. Si tratta di cifre modeste rispetto al guadagno in termini di
occupazione e di civiltà.
Ci sarà pure un discorso antindrangheta di maniera, ma non
“di rimessa: subordinato a quello della magistratura”. Penso a una proposta di
legge (la n.359) – è non è la sola - da me presentata nell’agosto del 2012. Non
c’è solo repressione e non c’è soggezione nei confronti della magistratura,
solo ascolto e collaborazione. Chi è in prima linea non fa altro che ripeterlo
in ogni occasione pubblica: la scuola può far molto, la politica moltissimo.
Salvatore Magarò
Lettera
Ho deciso di ricandidarmi alla Regione. Nella lista “Calabria in#rete Campo Democratico”, con la coalizione di centrosinistra. Sì, è vero, nella scorsa legislatura sono stato eletto con il centrodestra. Alcuni amici a suo tempo criticarono questa scelta, altri criticheranno quella attuale. Non nascondo un certo disagio. Ma, tra i tanti miei difetti, posso rassicurarti che non mi sono mai piegato agli ordini di scuderia, non sono mai andato a Roma a chiedere favori e prebende, non frequento salotti, non ho mai occupato posti di potere.
L'alternanza delle scelte ha avuto un solo filo conduttore: la testardaggine.
Leggerai sul pieghevole che distribuirò in campagna elettorale (l'unico piccolo strumento di comunicazione che utilizzerò: come sai, aborro le pubblicità vistose e i volti dei candidati che campeggiano sui manifesti imbrattando inutilmente le strade della città, oltre a ritenere poco etico spendere centinaia di migliaia di euro per le campagne elettorali) che ho in testa un'idea fissa: contrastare la 'ndrangheta, vera grande piaga della nostra regione, presente nelle grandi e piccole cose, nelle istituzioni come nei comportamenti quotidiani di chi pratica la prevaricazione e l'omertà.
Facci caso: nessun candidato ti parlerà di 'ndrangheta, come poco ne parlano i media a livello locale e nazionale come se la 'ndrangheta, e le mafie in generale, non fossero il problema del nostro Paese e della nostra regione in particolare. Da quando sono stato eletto la prima volta consigliere regionale col centrosinistra schieramento a cui per formazione e storia personale e politica sono ovviamente più vicino ho lavorato incessantemente, presentando provvedimenti e proposte di legge (che spesso hanno anticipato questioni poi venute alla ribalta a livello nazionale, come ad esempio la norma per contrastare il ritardo dei tempi di pagamento della Pubblica Amministrazione, il progetto legislativo per ridurre il numero dei consiglieri regionali, l'introduzione del codice etico sulla trasparenza dei candidati a cariche elettive) che in molti casi non venivano approvate, o comunque rimanevano inapplicate, generando in me amarezza e frustrazione.
Inutile dire che la speranza di realizzare tutto ciò nella coalizione di centrodestra è stata delusa. Ci ho provato. In una lista civica. Senza mai aderire ad alcun partito. Senza mai sconfessare il mio passato politico. Continuando a ribadire che sono stato e resto socialista. Votando liberamente in dissenso con la maggioranza di cui facevo parte in diverse occasioni, ad esempio contro la compatibilità tra la carica di sindaco e di consigliere regionale o a favore dell'abolizione del vitalizio. Credendo che non sia importante dove sei, ma cosa fai. Svolgendo un ruolo istituzionale, quello di presidente della commissione regionale contro la 'ndrangheta. Una commissione che si è riunita 35 volte (nella legislatura precedente solo 15) e che ha prodotto 38 proposte di legge. Quei disegni di legge, i provvedimenti e le iniziative da me promossi li trovi qui. Su quelle e su altre proposte voglio continuare a lavorare. Per questo mi ricandido. Nel segno della civiltà, della legalità, della sobrietà, della discrezione. E della testardaggine.
Cosenza, 25 ottobre 2014
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