Dalla commissione antimafia
alla commissione contro la ‘ndrangheta
Con apposito provvedimento normativo, è stato cambiato il nome
della commissione consiliare contro il fenomeno della mafia in
un più asciutto e preciso “contro la ‘ndrangheta”. Non appaia
questione di secondaria importanza: si deve cominciare a dare alle
cose il loro nome. La ‘ndrangheta – e non la mafia o la camorra – è
l’organizzazione criminale più potente e ramificata. ‘Ndrangheta,
mandamento, ‘ndrine locali, famiglie: dobbiamo imparare a
nominarli senza indugiare. Fino a qualche tempo fa in Calabria
si aveva timore a pronunciare questa parola. Oggi, anche grazie
a questa modifica, il termine ‘ndrangheta è stato sdoganato e
si è fatta strada una nuova consapevolezza del fenomeno che va
combattuto per restituire piena libertà ai calabresi.
(Proposta di legge n. 162 del 15-02-2011 – pubblicata come legge regionale n. 6-11)
RADAR: la rete
delle associazioni anti-ndrangheta
La commissione contro la ‘ndrangheta ha avviato una ricognizione
delle tante associazioni che in Calabria operano in difesa delle
vittime della criminalità organizzata, del racket e delle estorsioni
e promuovono la cultura della legalità. In diverse occasioni (in
commissione stessa, ad Isola Capo Rizzuto, alla Città dei ragazzi
di Cosenza) sono stati organizzati momenti di incontro e di
confronto delle esperienze, con l’obiettivo di creare, unendo
le forze, una vera e propria rete a livello regionale a supporto
dell’attività della commissione e far sì che il lavoro di tutte le forze
positive presenti sul territorio non si disperda.
(Commissione contro la ‘ndrangheta, risoluzioni n. 1 e 2-2012)
Utilizzare i beni confiscati
alla criminalità organizzata
La confisca dei beni mina alle basi il potere mafioso colpendo il
capitale economico costruito sul sangue, sulla violenza, sullo
sfruttamento e sulla corruzione. Ma questi beni spesso non
vengono restituiti alla collettività, per la mancanza delle risorse
necessarie a riconvertirne la destinazione. Va dunque istituito
un fondo, finanziato con apposito capitolo iscritto nel bilancio
regionale, da impiegare per il riutilizzo a fini sociali dei beni
sequestrati. Sarebbe utile inoltre prevedere agevolazioni fiscali
e nell’accesso ai fondi pubblici per coloro che, nella gestione dei
beni confiscati, siano riusciti ad affermarsi sul mercato economico
e produttivo e a creare nuovi posti di lavoro nella nostra regione.
(Proposta di legge n. 359 del 03-08-2012)
Misure per garantire la legalità
e la trasparenza negli appalti
Un conto corrente unico per assicurare la tracciabilità dei flussi
finanziari relativi al trasferimento di fondi pubblici per lavori, servizi
e forniture: è uno degli elementi previsti dalla proposta normativa
per la legalità e la trasparenza degli appalti, redatta per recepire
anche in Calabria le prescrizioni del piano straordinario contro
le mafie adottato dal Governo. Il disegno di legge regionale
prevede anche l’istituzionedi una banca dati informatizzata di
tutte le operazioni contabili compiute sui conti correnti dedicati e
l’obbligo di trasmettere queste informazioni al Comando regionale
della guardia di finanza. Inoltre viene individuata la responsabilità
contabile e patrimoniale dei dirigenti generali e dei dirigenti di
dipartimento della Regione.
(Proposta di legge n. 90 del 19-10-2010)
Interventi a sostegno
delle imprese vittime della ‘ndrangheta
Obiettivo di questa legge è premiare gli imprenditori che non
pagano il pizzo, che dicono di no alle richieste di racket e che
collaborano con le forze dell’ordine. Queste imprese ora possono
godere di posizioni preferenziali nelle gare d’appalto nonché
nei bandi per la concessione di finanziamenti pubblici. Inoltre la
Regione può procedere all’affidamento diretto di contratti, appalti
e forniture a queste imprese. Gli imprenditori del nostro territorio
devono trovare antieconomico venire a patti con la ‘ndrangheta
e conveniente allearsi con le istituzioni cui spetta il compito di
costruire una rete di protezione intorno a questi soggetti, creando
le condizioni affinché anche altri imprenditori trovino il coraggio
per denunciare i propri aguzzini ed abbattere il muro di omertà
che protegge i clan.
(Legge regionale n. 03-11)
Agevolazioni in favore
dei testimoni di giustizia e delle loro famiglie
Con questa norma vengono introdotte misure in favore dei
testimoni di giustizia, delle vittime della criminalità organizzata
e delle loro famiglie attraverso l’attribuzione di riserve o di
punteggi di premialità nei concorsi pubblici e nelle procedure
selettive attivate dalla Regione e dagli enti sub-regionali. Con
un provvedimento successivo, ai testimoni di giustizia sono stati
estesi i benefici previsti per le vittime del terrorismo. Si riafferma
così il concetto che posizionarsi dalla parte della legalità
conviene. Nel concreto, i testimoni di giustizia della Calabria,
se in possesso dei titoli e dei requisiti richiesti, godono di una
corsia preferenziale nell’accesso ad un posto di lavoro in seno
all’amministrazione regionale.
(Proposta di legge n. 161 Del 15-02-2011 – pubblicata come legge regionale n. 05-11)
Norme per il contrasto
alle infiltrazioni mafiose nel settore dell’edilizia
Il comparto edile è tra quelli più esposti al pericolo di infiltrazione
da parte della criminalità organizzata per la rilevante presenza
di risorse pubbliche, la difficoltà di proteggere i beni aziendali da
atti di vandalismo, la facilità di procedere a forme di riciclaggio
di denaro sporco e l’alto margine di profitto. I cardini di questa
proposta, che mira a ridurre al minimo il rischio che questo
settore trainante finisca nelle mani della ‘ndrangheta, sono:
la stipula di protocolli di legalità con il coinvolgimento delle
prefetture, la sottoscrizione obbligatoria del patto di integrità in
ogni commessa pubblica e l’affidamento di lavori in via prioritaria
alle imprese iscritte nella “white list” di fornitori riconosciuti
estranei ad ogni tipo di collusione con le mafie.
(Proposta di legge n. 482 del 28-06-2013)
La Regione parte civile
in tutti i processi di ‘ndrangheta
Le scelte di investimento e di sviluppo che le istituzioni sono
chiamate ad assumere per il futuro dei calabresi, passano
necessariamente per una decisa ed inequivoca presa di
distanza degli amministratori regionali e locali contro ogni
forma di condizionamento del fenomeno mafioso nella società,
nell’economia e nella politica stessa. Per questo ho presentato
una mozione che impegna formalmente la giunta regionale a
costituirsi sempre e comunque parte civile nei processi in cui si
contestino reati associativi di matrice ‘ndranghetistica, perpetrati
in Calabria a danno dei cittadini, delle istituzioni pubbliche o di
qualunque altro soggetto pubblico o privato colpito da condotte
delittuose riconducibili al metodo mafioso.
(Mozione n. 10 del 19-10-2010 – approvata il 22-02-2011)
Consumo critico contro il pizzo
L’adozione di questo ordine del giorno impegna il consiglio
regionale a sostenere le attività economiche che non pagano il
pizzo o che, essendo state vittime di richieste estorsive, abbiano
avuto il coraggio di denunciare gli abusi subiti. Questo impegno si
concretizza privilegiando nella scelta dei fornitori i punti vendita
che espongono uno dei bollini delle campagne «addio pizzo» ed
incentivando i cittadini a fare altrettanto. Per amplificare questo
messaggio, la presidenza della commissione contro la ‘ndrangheta
ha realizzato un pallone da calcio con la scritta “dai un calcio
al pizzo – il pizzo è una palla al piede” regalato alla nazionale
di calcio in occasione di una manifestazione che si è svolta a
Rizziconi su un campo sportivo costruito su un terreno confiscato.
(Ordine del giorno n. 10 del 18-02-2011 – approvato il 22-02-2011)
Il patto di integrità
Il patto di integrità è un complesso di regole dirette a garantire
il corretto svolgimento delle gare e ad inibire le infiltrazioni
criminose nel settore degli appalti pubblici e che comporta
responsabilità di ordine patrimoniale e giuridico per coloro
che non rispettano le previsioni sottoscritte. È uno strumento
aggiuntivo delle amministrazioni locali contro le infiltrazioni
criminali e i tentativi di condizionare i pubblici incanti,
immediatamente applicabile, che non complica l’iter burocratico
e non comporta oneri aggiuntivi. Tra i punti salienti, il divieto
di assegnare subappalto e di ricorrere per le forniture a persone
colpite da misure di prevenzione o condannate per uno dei reati
previsti dall’art. 416.
(Mozione n. 46 del 01-08-2011)
Task force a sostegno
dei sindaci oggetto di intimidazione
La Calabria è la regione con il più alto numero di amministrazioni
sciolte per infiltrazioni mafiose. Ma è pure quella che combatte,
che non si piega, che non si rassegna. I sindaci sono il fronte più
esposto agli attacchi della criminalità organizzata che manifesta
i propri appetiti verso la gestione della cosa pubblica. Per questo
abbiamo messo in campo una task force regionale che consente
loro di affidare la gestione dei propri appalti alla stazione unica
appaltante oppure di rivolgersi agli uffici regionali per ricevere
supporto tecnico ed assistenza di tipo legale ed amministrativo.
Uno sportello telematico di consulenza utile a difendersi dai
tentativi di infiltrazione della ‘ndrangheta e a rompere l’isolamento
in cui spesso si trovano gli amministratori dei piccoli comuni.
(Incontro con i sindaci oggetto di intimidazione,
commissione contro la ‘ndrangheta del 15-02-2012)
Stop agli incarichi per chi determina
lo scioglimento di enti per infiltrazioni mafiose
Ho presentato una mozione che prevede la cessazione da ogni
incarico esterno assunto a qualsiasi titolo presso la Regione
Calabria nonché negli enti controllati, vigilati e partecipati dalla
Regione per coloro che si siano resi responsabili di condotte
tali da determinare lo scioglimento per infiltrazioni mafiose di
un ente pubblico. Lo stesso provvedimento dispone il divieto,
per tali soggetti, di assumere nuovi incarichi nelle pubbliche
amministrazioni. Infine, ho proposto che la Regione si costituisca
parte civile nei confronti di coloro che con tali condotte procurano
danni all’immagine della Calabria.
(Mozione n. 45 del 01-08-2011)
Codice unico delle norme antimafia
In Calabria sono in vigore numerose leggi che riguardano la lotta alle
infiltrazioni criminali nella pubblica amministrazione, la prevenzione
dell’usura, il sostegno alle vittime della ‘ndrangheta e alle associazioni
che combattono il racket e le estorsioni. Spesso però questi
provvedimenti sono contenuti all’interno di norme che riguardano
tutt’altra materia, difficili da rintracciare e da interpretare, per cui
vengono poco e male applicati. In molti casi sono addirittura inefficaci
per la mancanza degli stanziamenti necessari sul bilancio regionale.
Per questo ho avviato un ambizioso progetto di ricognizione della
legislazione regionale vigente in materia di legalità con l’obiettivo
di predisporre un testo organico, snello, di facile consultazione ed
applicazione, un codice delle norme antimafia che sarà il primo Testo
Unico in materia di legalità presente in Italia.
(Proposta programmatica comunicata in commissione
contro la ‘ndrangheta il 21-03-2013)
Macroregione della legalità
Su proposta della commissione contro la ‘ndrangheta, le regioni
Calabria, Campania e Sicilia si sono riunite intorno ad uno stesso
tavolo ed hanno dato vita alla macroregione per la legalità:
un’iniziativa senza precedenti e senza colore politico. Partendo
dalla comparazione delle differenti legislazioni regionali e dal
confronto delle esperienze, gli organismi assembleari delle
commissioni contro la ‘ndrangheta per la Calabria, contro la mafia
per la Sicilia, anticamorra e contro le ecomafie per la Campania,
hanno unito gli sforzi per chiedere al governo centrale di adottare
quei provvedimenti indispensabili nel Mezzogiorno per liberarsi
da tutte le forme di condizionamento che provengono dai poteri
criminali.
(Conferenza delle regioni del Mezzogiorno del 26-07-2013)
La criminalità organizzata:
un’emergenza internazionale
I traffici internazionali e le losche connection delle grandi
organizzazioni criminali, ma anche le infiltrazioni del malaffare
nella politica, nella finanza, nell’imprenditoria e nelle istituzioni
pubbliche sono un’emergenza internazionale. Per questo ho
chiesto, indirizzandomi al Presidente del Consiglio, che la lotta
alla criminalità organizzata sia portata sui tavoli di confronto, a
livello europeo ed oltre. Le mafie sono da decenni un fenomeno
transnazionale e in qualche caso intercontinentale che spesso
risulta impermeabile alle misure di contrasto adottate dai singoli
Stati. L’impegno per l’affermazione della legalità deve avere,
perciò, un respiro adeguato: l’antimafia, deve essere una delle
priorità che compaiono nell’agenda del confronto dei Grandi del
mondo.
(Conferenza delle regioni del Mezzogiorno del 14-11-2013)
Esenzione dal pagamento dei tributi regionali
per le vittime della criminalità organizzata
Questa proposta legislativa introduce l’esonero dal pagamento
di tributi propri regionali per le vittime delle estorsioni e
dell’usura che denunciano i propri aguzzini. In particolare è
prevista l’esenzione dalla tassa per l’abilitazione professionale,
dall’imposta regionale sulle concessioni statali dei beni del
demanio marittimo, dall’imposta regionale sulle concessioni
statali per l’occupazione e l’uso dei beni del patrimonio
indisponibile, dalla tassa per l’occupazione di spazi ed aree
pubbliche regionali, della tassa sulle concessioni regionali ed,
infine, dal pagamento della tassa regionale per il diritto allo
studio universitario e della tassa automobilistica. Un piccolo
aiuto che può essere concesso in maniera immediata come segno
di riconoscenza istituzionale verso i testimoni di giustizia che
rendono un servigio fondamentale all’intera comunità calabrese.
(Proposta di legge n. 519 del 29-11-2013)
Destinazione delle somme
del fondo unico di giustizia
Tra le modifiche alla normativa statale in materia di contrasto
alla criminalità organizzata si propone che una quota pari
al 50 per cento delle somme confiscate e confluite nel fondo
unico di giustizia venga destinata ad interventi istituzionali
o sociali all’interno della Regione dove sono avvenute le
confische, per finanziare lo start up di imprese e per interventi di
ristrutturazione di immobili confiscati ed assegnati ad associazioni
e consorzi. Un’altra quota delle somme confiscate deve invece
essere destinata alla bonifica dei siti inquinati dagli sversamenti
illegali di rifiuti tossici da parte delle organizzazioni criminali.
Una norma che intende in qualche modo risarcire le Regioni
depauperate dalle attività illegali della criminalità organizzata.
(Proposta di provvedimento amministrativo n. 270 Del 15-01-2014)
Contrasto al gioco d’azzardo
Il contrasto al gioco d’azzardo e la prevenzione delle dipendenze ad
esso connesse è una scelta che ho adottato non soltanto in virtù delle
gravi ripercussioni sugli individui e le loro famiglie, ma anche per
prevenire e combattere l’infiltrazione della criminalità organizzata in
questa industria. Ho invitato tutti i sindaci dei comuni della Calabria
ad adottare regolamenti per frenarne l’indiscriminata diffusione,
anche aumentando le imposte agli esercizi che ospitano sale da gioco.
Ho inoltre proposto di vietare l’apertura di sale gioco in prossimità di
scuole, bancomat, compro oro, luoghi di culto, ospedali. Il consiglio
regionale della Calabria su mia proposta, ha sottoscritto, prima regione
in Italia, il manifesto dei sindaci per la legalità contro il gioco d’azzardo.
Infine ritengo che la Regione debba scoraggiare l’apertura di sale
da gioco, perciò ho proposto che questo tipo di attività non possa
avere accesso a finanziamenti pubblici.
(Ordine del giorno n. 112 del 28-05-2013 – approvato il 31-05-2013; proposta di
provvedimento amministrativo n. 260 del 22-10-2013; mozione n. 118 del 05-02-2014)
Incentivare l’imprenditorialità e l’istruzione
nelle aree ad alta densità mafiosa
La riconquista della legalità non passa solo attraverso singoli
interventi repressivi. Occorre investire nelle aree ad alta densità
mafiosa, puntando sul lavoro e sull’istruzione. Il compito delle
istituzioni è trasformare il “minus” rappresentato da queste realtà
in “plus”. Mi viene in mente che molti dipendenti pubblici hanno
diritto a punteggi o indennità economiche se svolgono un periodo
di attività in una sede disagiata. Parimenti, la Regione Calabria
deve attivare meccanismi di incentivazione della presenza di
imprenditori, insegnanti, operatori sociali nei territori ad alta
densità mafiosa, puntando all’inclusione anche e soprattutto dei
figli della mafia, spezzando così la continuità delle generazioni
mafiose.
(Proposta avanzata in commissione contro la ‘ndrangheta tenutasi
a Cassano allo Ionio il 07-02-2014)
Via dall’Europa le banconote da 500 euro
Su mia proposta la commissione contro la ‘ndrangheta ha
formalmente chiesto alla Banca Centrale Europea il ritiro del
corso legale delle banconote da 500 euro. Si tratta di una misura
efficace ed immediatamente applicabile per combattere l’evasione
fiscale ma soprattutto per contrastare le attività di riciclaggio
della ‘ndrangheta e delle altre mafie di livello internazionale.
Recenti studi hanno accertato che il 90% delle banconote da 500
euro emesse dalla Banca Centrale Europea sono detenute dalle
organizzazioni criminali, tanto da indurre sia il Regno Unito che il
Canada ad adottare una misura che ne vieta l’importazione.
(Ordine del giorno n. 107 del 19-04-2013 – approvato il 30-04-2013)
La Bottega della legalità
Una bottega della legalità a Palazzo Campanella per la vendita
dei prodotti ricavati dai terreni confiscati alla ‘ndrangheta:
inaugurata il 26 Aprile del 2012, è frutto delle sinergie tra il
consiglio regionale, la commissione contro la ‘ndrangheta e
l’associazione Libera. Intitolata al piccolo Domenico “Dodò”
Gabriele, la bottega conferisce alla sede del consiglio regionale
la dignità di luogo simbolicamente destinato al contrasto delle
attività illecite, dove trovano spazio le sane iniziative condotte
in quei luoghi un tempo emblema del potere e del dominio delle
‘ndrine, oggi trasformati in un’opportunità di crescita economica
e sociale.
(Ordine del giorno n. 12 del 18-02-2011 – inaugurata il 26-04-2012)
Qui la ‘ndrangheta non entra
È il messaggio che si legge sulla targa donata ai sindaci dei
comuni calabresi e collocata sui portoni di ingresso dei municipi
nella convinzione che anche gli atti simbolici siano necessari
per riaffermare la presenza dello Stato sul territorio. Con questa
iniziativa si è inteso lanciare un segnale e ribadire da quale parte
stanno le istituzioni: dalla parte dei calabresi onesti e laboriosi, di
coloro che rispettano le regole e che non vengono mai meno alla
propria dignità e alla propria integrità. Inoltre, ogni cerimonia
di affissione ha offerto l’opportunità di momenti di confronto e
riflessione, con il coinvolgimento delle amministrazioni locali, di
molte scuole e della società civile.
(Ordine del giorno n. 11 del 18-02-2011 – approvato il 22-02-2011)
Anche in Calabria la giornata della memoria
e dell’impegno ogni 21 marzo
Dal 2012 la commissione regionale contro la ‘ndrangheta
celebra a Reggio la “giornata della memoria e dell’impegno in
ricordo di tutte le vittime della ‘ndrangheta”, manifestazione
analoga a quella nazionale promossa da Libera nel primo giorno
di primavera. Con questa iniziativa intendiamo focalizzare
l’attenzione dei calabresi, soprattutto dei giovani calabresi, sul
sacrificio delle vittime della ‘ndrangheta, i cui nomi vengono
scanditi uno per uno, perché nessuno dimentichi la sofferenza ed
il dolore che lastricano la strada che dovrà condurci alla sconfitta
di questa malapianta che rende fragile la nostra democrazia e
che, nei territori meridionali in modo particolare, costituisce un
ostacolo allo sviluppo economico e sociale.
(Proposte di attività della commissione contro la ‘ndrangheta anno 2012)
L’ora di legalità nelle scuole
Un grande uomo come Antonino Caponnetto ebbe a dire
che la mafia teme di più la scuola che la giustizia. È per
questo che la commissione contro la ‘ndrangheta, tra altre
significative modifiche alla normativa statale in materia di
contrasto alla criminalità organizzata, propone l’introduzione
dell’insegnamento dei valori della legalità, dell’etica pubblica e
dell’educazione civica nei programmi scolastici. Insomma, un’ora
di legalità in cui si parli di storia della ‘ndrangheta, di ecomafia,
di doping, usura, pizzo, racket e beni confiscati: occorre allenare
i ragazzi alla democrazia e al rispetto delle regole perché la
‘ndrangheta prospera nell’ignoranza e quando le regole non ci
sono.
(Proposta di provvedimento amministrativo n. 270 del 15-01-2014)
Il pacchero d’argento
Giocando sul significato metaforico della parola di origine greca
che, oltre ad indicare una gustosa varietà di pasta esprime
anche il concetto di schiaffo, di un sonoro ceffone, dal 2010
è stato istituito il premio pacchero d’argento da assegnare a
quelle persone che improntano la quotidianità delle loro azioni
al rispetto delle regole, alla cultura della legalità. L’obiettivo
è sensibilizzare l’opinione pubblica a ribellarsi alla violenza
ed alla prevaricazione delle cosche, a prenderle a sberle per
fare emergere i valori di giustizia di cui questa terra ha tanto
bisogno. Il premio è ormai diventato un appuntamento fisso della
commissione contro la ‘ndrangheta.
(Proposte di attività della commissione contro la ‘ndrangheta anno 2010)
Dall’Antindrina al Lex-Total Plus
È mio costume, soprattutto in occasione delle festività natalizie,
regalare agli amici e ai colleghi un oggetto che racchiuda un
pensiero, un breve ragionamento, dal tono anche umoristico,
in un linguaggio non stereotipato. Così sono nate l’antindrina,
un astuccio di confetti di cioccolato, poi il lex-total plus, una
confezione di caramelline colorate, entrambe corredate da
messaggi stampati sotto forma di bugiardino farmaceutico
e apprezzate, soprattutto dagli studenti, per le scelte di
comunicazione non rituale. Questi piccoli omaggi, realizzati
esclusivamente con risorse personali, sono tornati recentemente
alla ribalta allorché Papa Francesco ha lanciato la Misericordina.
Con buona pace dei (pochi) detrattori di turno di questo tipo di
comunicazione che punta dritto all’obiettivo, suscitando dialogo e
riflessione.