"Quasi cento" è un libricino, stampato da Rubbettino, che raccoglie le proposte di legge, le leggi approvate, i provvedimenti e le iniziative intraprese negli ultimi 4 anni di legislatura, nella mia qualità di consigliere regionale.
Diciamo che è un consuntivo, che ho presentato e fatto circolare gratuitamente in numerosi incontri pubblici su e giù per la Calabria.
E' suddiviso in tre capitoli. Il primo, “per la cosa pubblica”, raccoglie provvedimenti che riguardano la trasparenza e la semplificazione nella pubblica amministrazione. Il secondo, “contro la ‘ndrangheta”, illustra le iniziative della commissione da me presieduta.
Nel terzo, “con le persone”, vengono presentate le proposte per il miglioramento della qualità della vita dei calabresi, la salute, l’ambiente, la coesione sociale, la cultura.
Proposte, provvedimenti, iniziative. Non vi si trovano invece le interrogazioni: ho sempre pensato infatti che il lavoro del consigliere regionale sia quello di proporre leggi che riguardano tutti i cittadini e non occuparsi puntualmente degli interessi di piccoli gruppi di persone.
Le proposte riguardano argomenti che spesso anticipano temi ora trattati a livello nazionale, che non richiedono grandi investimenti economici e di facile applicabilità. Molte di esse non sono state approvate e, quand’anche sono state trasformate in legge, queste leggi non vengono tuttora applicate.
Ho sempre lavorato con entusiasmo e sono rimasto basito e frustrato di fronte al muro trasversale eretto nell’aula consiliare di fronte a iniziative legislative che avrebbero potuto apportare davvero qualche cambiamento o minimamente intaccare lo status quo.
E’ la stessa frustrazione che ho provato quando ho visto il nostro Presidente della Repubblica ostacolare la nomina a ministro della giustizia di un magistrato competente e super partes (sarebbe stata l’unica vera novità di questo governo) e contestualmente firmare senza batter ciglio la nomina a ministro o sottosegretario di personaggi la cui competenza o il cui operato era quanto meno discutibile.
Sul mio, di operato, grava la colpevole ipocrisia dei colleghi, la semplificazione dei media, un umorismo spesso frainteso (sarà colpa mia: più abile a comunicare i simboli, le provocazioni e gli strumenti didattici che le cose più sostanziali in cui ho coinvolto studiosi e magistrati).
In 20 orologi commemorativi delle stragi ndranghetiste (progettati all'Unical) o nelle pasticche antindrina (molto prima della Misericordina di Papa Francesco) sono inciampati anche Romano De Grazia del Centro studi Lazzati e il bravo Antonello Caporale: disinformazione e discredito hanno fatto loro supporre chissà quale leggerezza e quale sperpero di denaro pubblico (quando si trattava di gadget immancabilmente pagati con le mie saccocce). Me ne spiace. E tardivamente cerco di porre rimedio, mettendo in linea i contenuti di quel consuntivo.
Mi piacerebbe che i calabresi fossero più informati.
Capirebbero che ... altro che spending review.
Salvatore Magarò