Cento, o quasi

Chiedetemi quante volte sono andato a Roma negli ultimi 40 mesi. Risposta: mai. Chiedetemi quante cose ho proposto per la Calabria: cento. O quasi”

Per la cosa pubblica

Una legge contro il ritardo dei tempi 
di pagamento della pubblica amministrazione

Centinaia di piccole aziende calabresi, guidate da persone
oneste e capaci, hanno avviato le procedure di fallimento o
sono in procinto di farlo perché non riescono a riscuotere i
crediti vantati nei confronti delle pubbliche amministrazioni.
Per questo ho presentato un progetto legislativo di facile ed
immediata applicazione che prevede: il controllo sulle procedure
di erogazione, anche per impedire che alcune imprese possano
essere liquidate prima rispetto ad altre; l’istituzione del fondo di
garanzia per consentire alle aziende di accedere a crediti bancari
agevolati; la compensazione tra le somme spettanti e quelle da
versare per il pagamento di imposte e tasse regionali.
(Proposta di legge n. 17 del 26-05-2010)


Emettere i mandati di pagamento
in ordine cronologico

Il tessuto economico e produttivo della Calabria è più che altrove
legato alle committenze pubbliche e, di conseguenza, alla
tempestività dei pagamenti, dai quali dipende la capacità stessa
delle imprese di stare sul mercato, assicurandosi la necessaria
liquidità. Impegnarsi ad emettere i mandati di pagamento in
ordine cronologico significa evitare favoritismi e garantire
l’imparzialità della pubblica amministrazione, criterio questo, che
si inserisce a pieno titolo nel progetto di riforma delle istituzioni,
della politica e della burocrazia amministrativa.
(Mozione n. 104 del 09-01-2014)


Tracciabilità informatica
del procedimento amministrativo

Dopo aver inviato una raccomandata, basta un click per seguirne
il percorso. Allo stesso modo ogni cittadino utente deve essere
messo nelle condizioni di rintracciare il percorso delle procedure
amministrative. Da qui nasce l’idea di istituire una banca
dati unica dei procedimenti amministrativi informatizzati da
consultare per verificare i vari step che conducono a buon fine le
pratiche. Restituendo trasparenza al procedimento amministrativo
vengono schiarite quelle zone d’ombra che spesso si annidano tra
gli apparati della burocrazia, rallentando o vanificando gli effetti
dell’azione di governo. Qualora risultino omissioni o ritardi,
questa norma consente l’irrogazione di sanzioni amministrative
pecuniarie ai dipendenti pubblici responsabili.
(Proposta di legge n. 224 del 21-07-2011
pubblicata come legge regionale n. 39 del 04-11-2011)


Premiare gli enti locali che sanno spendere

La destinazione di risorse aggiuntive in favore delle
amministrazioni che utilizzano i fondi a disposizione secondo
criteri di efficienza, trasparenza ed efficacia rappresenta un
formidabile strumento per incentivare gli enti locali a spendere
presto e bene i finanziamenti loro destinati. Questo principio
deve essere impiegato in maniera sistematica in Calabria,
estendendone i benefici effetti in tutti quei settori nei quali
affluiscono finanziamenti pubblici erogati dalla Regione.
In particolare questa proposta individua come destinatari delle
risorse premianti quei soggetti pubblici, i comuni in primis,
che combattono l’abusivismo e l’illegalità, che riducono i tempi
delle procedure burocratiche, che completano le opere nei tempi
prestabiliti.
(Proposta di legge n. 113 del 15-11-2010)


La carica di consigliere regionale
non è compatibile con quella di sindaco

Sono stato per diversi anni sindaco di Castiglione Cosentino:
ricordo molto bene quanto fosse un lavoro a tempo pieno
nonostante si trattasse di un piccolo comune. Non sarebbe mai
e poi mai compatibile con l’impegno in consiglio regionale, già
sufficientemente delicato e complicato. Per questo ho votato
(inutilmente) contro una proposta di legge che consente il
doppio incarico di primo cittadino e di consigliere regionale,
trasversalmente approvata da maggioranza e opposizione.
Comportamenti del genere alimentano la sfiducia verso la
politica e ne marcano la distanza dai bisogni dei cittadini. Per la
cronaca, questa legge è durata poco: la Consulta ne ha dichiarato
l’illegittimità costituzionale il 21 novembre 2011.
(Voto contrario espresso nella seduta del 22-12-2010
sulla proposta di integrazione alla legge regionale n. 1 del 07-02-2005)


La spesa regionale: non è importante quanto,
ma come si spende

La qualità di un’amministrazione pubblica si misura anche
attraverso la capacità di spendere le risorse che giungono dallo
Stato e dall’Unione Europea. Però, la questione vera non è quanto
si è speso, ma se si è speso bene, se le risorse impiegate hanno
prodotto ricadute positive per il territorio, se hanno creato
condizioni durature di sviluppo. Ci troviamo di fronte all’impiego
di ingenti finanziamenti che finiscono in mille rivoli – non di
rado i fondi europei vengono utilizzati per far fronte a qualche
emergenza, per riparare una buca o pagare un concerto – e che
dunque non sono in grado di offrire quella spinta necessaria
a far decollare la nostra economia. Per questo si deve passare
da una programmazione e rendicontazione contabile ad una
programmazione e rendicontazione per risultati.
(Intervento in aula dell’11-04-2011)


La politica sia virtuosa nella scelta dei candidati

Con l’adozione del codice etico di autoregolamentazione del
consiglio regionale, tutte le formazioni politiche sono chiamate
a sottoscrivere un impegno formale a non inserire nelle liste
dei candidati alle elezioni regionali, provinciali, comunali,
circoscrizionali, persone che intrattengono rapporti di qualsiasi
natura con l’area ‘ndranghetista. Il codice etico ha validità politica
volontaria e pattizia, assumendo con ciò alta valenza simbolica
etica ed ideale, impegnativa nei confronti degli elettori calabresi,
delle istituzioni, degli organi dello Stato e della Magistratura. Un
modo concreto per mettere da parte le mele marce, perché vincere
le elezioni con i voti della mafia significa perdere la partita della
democrazia.
(Proposta di provvedimento amministrativo n. 103 del 22-02-2011.
Il codice etico è stato sottoscritto il 21-03-2011)


Obbligo di permanenza
nel gruppo consiliare in cui si è stati eletti

Una proposta di provvedimento dettata da una duplice esigenza:
abbattere i costi della politica e rafforzare il legame di fiducia tra
il cittadino elettore ed il politico eletto. Il divieto alla formazione
di nuovi gruppi consiliari permette di arginare il malcostume del
cambio di casacca, soprattutto nei casi in cui il passaggio da una
formazione politica ad un’altra è riconducibile a vantaggi di tipo
personale. I consiglieri che non dovessero più riconoscersi nello
schieramento politico cui appartenevano al momento della loro
elezione hanno la facoltà di abbandonare il gruppo consiliare
di appartenenza, ma esclusivamente confluendo nel gruppo
misto, nel quale dovranno rimanere per il restante periodo della
legislatura.
(Proposta di provvedimento amministrativo n. 163 del 20-02-2012)


A casa gli incapaci

In Calabria, coloro che – nominati o incaricati dalla Regione per
l’esercizio di funzioni dirigenziali presso aziende, enti, istituzioni
o altri organismi controllati, vigilati o partecipati dalla Regione
– abbiano contribuito a determinare stati di accertato disavanzo
finanziario o gestionale, per legge non possono più ricoprire
incarichi, a qualsiasi titolo, per conto della Regione stessa. Questa
norma, tutt’ora in vigore, vieta l’assegnazione di incarichi a quei
consulenti esterni che, per incompetenza o cattiva condotta,
abbiano causato guasti, inefficienze, perdite economiche
alla Regione Calabria. Spirito del provvedimento è favorire i
dirigenti più capaci e meritevoli, mettendo alla porta coloro
che si ritrovano ad occupare postazioni di potere solo perché
espressione di un partito.
(Intervento in aula del 04-08-2010)


Riduzione del numero dei consiglieri regionali

Alla fine dell’VIII legislatura è stato elevato a 50 il numero di
consiglieri regionali. Una vera esagerazione se si considera che in
Lombardia, a fronte di quasi dieci milioni di cittadini, i consiglieri
che compongono l’assise regionale sono 80. A quella decisione mi
sono opposto in aula e subito dopo non ho esitato a presentare
la prima proposta di legge di riduzione a 40 consiglieri, prima
che il ridimensionamento fosse imposto da un provvedimento del
Parlamento.
(Proposta di legge statutaria n. 2-9 del 29-11-2010)


L’accesso agli atti è un diritto dei cittadini

La politica va esercitata alla luce del sole, spiegando alle persone
quello che facciamo: per questo tutti gli atti prodotti dalla giunta e dal
consiglio regionale devono essere pubblicati sul bollettino ufficiale,
a maggior ragione quelli che comportano oneri finanziari. Ma i
documenti relativi all’attività politica ed istituzionale della Regione
devono essere anche di rapido accesso, facile consultazione e semplice
comprensione. A questi principi risponde un progetto di legge redatto
con il contributo del compianto consigliere regionale Antonio Acri e
che in questa legislatura ha trovato condivisione e sostegno, fino alla
definitiva approvazione. Il bollettino ufficiale è adesso accessibile
anche via web in forma gratuita.
(Proposta di legge n. 93 del 22-10-2010 - pubblicata come legge regionale n. 11-11)


Due mandati e poi a casa

La politica va rinnovata, ha bisogno di guadagnarsi piena
credibilità: il ricambio della classe dirigente è un problema non
più rinviabile. Per questo ho proposto di limitare a due i mandati
consecutivi che possono essere espletati da un consigliere
regionale, così come avviene per la carica di primo cittadino. Una
questione tornata alla ribalta in occasione della discussione sulla
legge elettorale: si parla di applicare modalità simili a quelle delle
elezioni comunali, ma tutti si guardano bene dal ricordare che per
i sindaci, al contrario dei parlamentari e dei consiglieri regionali,
vige il limite dei due mandati.
(Intervento in aula del 22-12-2010)


Segnalare e premiare l’efficienza
degli enti e degli uffici

In Calabria ed in altre regioni del sud c’è una normalità che
costituisce un’eccezione e che va premiata anche affinché
diventi contagiosa. Ecco perché può essere utile introdurre
un rating della qualità e del pieno rispetto della legalità nella
pubblica amministrazione calabrese, che identifichi le aziende
sanitarie e ospedaliere, gli uffici regionali, provinciali e comunali
che funzionano meglio. L’idea è introdurre un certo numero
di “stellette” per distinguere gli uffici che riducono i tempi di
attesa nell’erogazione dei servizi al cittadino, che diminuiscono i
contenziosi, che tagliano i tempi di pagamento e gli affidamenti
diretti. Il sistema dei premi potrebbe prevedere, ad esempio, dei
punteggi nei bandi per la ripartizione di risorse pubbliche.
(Proposta programmatica comunicata in commissione contro la ‘ndrangheta il
21-03-2013)


Leggi chiare di facile lettura
ed interpretazione per i cittadini

Con questa proposta si vuole impegnare la giunta, il consiglio
ed i singoli consiglieri a predisporre leggi chiare, leggibili che
non facciano riferimento ad articoli di altre norme di difficile
consultazione, senza che queste vengano espressamente
citate con chiari riferimenti al loro contenuto: mai più
leggi-azzeccagarbugli, mai più norme oscure con richiami
incomprensibili e riferimenti misteriosi. E ancora: mai più
leggi finanziarie che contengano “imbucati speciali”, ossia
provvedimenti estranei, introdotti di contrabbando al solo
scopo di essere approvati in blocco, insieme ai bilanci. Le leggi
finanziarie dovranno d’ora in poi contenere esclusivamente
provvedimenti legati alla compilazione del bilancio.
(Mozione n. 106 del 14-01-2014)


Rispettare i tempi di esecuzione
delle opere pubbliche

In Calabria le opere pubbliche non vengono mai ultimate entro
la data fissata sul contratto. Questo fenomeno si contrasta
attraverso l’adozione di misure di premialità per gli enti che
realizzano le opere nei tempi previsti ed introducendo, al
contrario, delle penalità per le amministrazioni corresponsabili di
ritardi. Nella formulazione dei bandi di gara va inoltre introdotto
il cosiddetto premio di accelerazione, per destinare le risorse
ricavate dai ribassi d’asta alle imprese che consegnano le opere
entro i tempi pattuiti, ai progettisti, ai direttori e ai responsabili
di procedimento dei lavori. Un modo semplice ed economico per
incentivare tutti a fare presto e a fare bene.
(Mozione n. 60 del 29-03-2012)


Puntare sulla qualità della progettazione

La Calabria ha bisogno di una rivoluzione estetica. Il brutto come
sistema è la cifra di questi nostri giorni. Il principale strumento
in grado di garantire la qualità nella progettazione delle opere
pubbliche è il concorso di idee, che deve essere alla base di ogni
gara d’appalto della Regione Calabria. Peraltro, l’adozione della
procedura concorsuale consente di offrire una chance anche ai
giovani di talento da poco abilitati all’esercizio della professione,
oggi penalizzati da regole che precludono loro ogni opportunità.
Infine ho proposto di ammettere a finanziamento un’opera
pubblica rilevante per ogni provincia della nostra regione.
(Proposta di legge n. 51 del 20-07-2010
pubblicata come legge regionale 34-10 articolo n.7)


Come favorire la ristrutturazione
degli immobili nei centri storici

Mentre crescono le esigenze abitative dei calabresi, il patrimonio
residenziale pubblico delle Aterp precipita nel degrado perché
l’istituto non dispone delle risorse per la manutenzione. Questi
alloggi vanno dismessi in favore degli assegnatari assicurando
condizioni di acquisto favorevoli. I proventi derivanti da
tali alienazioni devono essere vincolati all’acquisto o alla
ristrutturazione di immobili ricadenti nei centri storici da
assegnare alle giovani coppie. Con le ristrutturazioni si rilancia
l’edilizia senza cementificare e si incentivano le famiglie a
ripopolare i centri storici, dando impulso alla microeconomia dei
borghi antichi. A conclusione delle procedure di alienazione le
Aterp andranno soppresse, con notevoli benefici per il bilancio
regionale.
(Proposta di legge n. 119 del 16-11-2010)


Retribuzione diretta
dei dipendenti degli enti strumentali

Questa proposta muove dalla constatazione dell’accumulo
di ritardi nei pagamenti maturati dai dipendenti degli enti
strumentali, anche quando le risorse dovute dalla Regione
vengono trasferite puntualmente. Accade infatti che i
finanziamenti regionali, invece di essere destinati allo stipendio
dei lavoratori, siano oggetto di atti esecutivi di altri creditori,
quali banche e fornitori di beni e servizi e che non sempre venga
rispettato il grado di privilegio che, invece, il legislatore riserva
ai crediti da lavoro. L’applicazione di questa norma consentirebbe
alla Regione di pagare direttamente i lavoratori degli enti
strumentali assicurando così stabilità ai rapporti di lavoro e alla
stessa funzionalità ed efficienza degli enti coinvolti.
(Proposta di legge n. 408 del 20-12-2012)


Sulle funzioni del difensore civico

Le istituzioni hanno l’obbligo di individuare percorsi, regole, che
garantiscano i diritti del cittadino rispetto all’apparato politicoburocratico,
nell’ottica di una maggiore qualità dei servizi erogati,
anche attraverso l’avvio di un monitoraggio costante del livello
di efficienza dei servizi. Il fattore umano nel rapporto diretto
tra burocrazia e cittadino, è essenziale, in particolare nei servizi
di carattere sociale, assistenziale, sanitario. E giustamente,
il cittadino non può e non vuole sentirsi ostaggio dei soggetti
preposti al soddisfacimento dei suoi bisogni. Per questo occorre
riformare la figura del difensore civico del consiglio regionale,
istituito nel 1985 e che – per inciso – in Calabria non è mai stato
nominato.
(Proposta di legge n. 114 del 15-11-2010)


Riforma dei tributi dovuti ai consorzi di bonifica

Ai proprietari dei fondi che ricadono nell’area di pertinenza
dei consorzi è richiesto il versamento di un tributo. Questa
imposta, secondo la legge in vigore, deve essere versata da tutti
i proprietari, indipendentemente dal beneficio fondiario che
essi traggono dalle opere effettuate, cioè anche da coloro che,
in cambio, non ricevono alcun servizio. Si tratta di un obbligo
moralmente ingiusto e vessatorio nei confronti di persone spesso
appartenenti a fasce deboli come gli anziani, che alimenta
la percezione che i consorzi di bonifica siano enti inutili che
drenano risorse ai coltivatori. L’eliminazione di questa anomalia
consentirebbe anche di riordinare il sistema dei consorzi che ha
bisogno di un’urgente riforma.
(Proposta di legge n. 115 del 15-11-2010)


Monitorare l’attività della giunta regionale

Nei molteplici ambiti di competenza della giunta regionale,
ogni giorno vengono avviate iniziative di carattere normativo e
regolamentare i cui risultati, però, non sempre sono immediati né
corrispondono a quanto ci si era inizialmente prefissato. La presenza
di un osservatorio o, meglio, di una specifica delega assessorile
indirizzata a monitorare l’attività della giunta consentirebbe una
ricognizione sistematica di ogni risultato conseguito ma anche la
rimozione, con una sorta di moral suasion, degli ostacoli di vario tipo
che si frappongono tra l’avvio di un’iniziativa e la sua conclusione.
L’osservatorio avrebbe così gli strumenti per fornire sia al governo
della Regione, sia ai cittadini, un quadro chiaro ed esaustivo delle
iniziative condotte in corso di legislatura.
(Mozione n. 109 del 20-01-2014)


Alta formazione agricola

Realizzare una scuola di alta formazione agricola per imprenditori
nelle aree strategiche della Calabria, ad esempio nella Piana
di Sibari, incoraggerebbe i giovani a proiettare il loro futuro
nel settore primario, specializzandosi nella ricerca e nella
innovazione dell’industria agroalimentare. Ottenendo così il
duplice risultato di creare nuovi posti di lavoro e di migliorare
l’offerta sotto il profilo qualitativo e quantitativo, rafforzando il
sistema della produzione agricola, puntando sull’innovazione e
coinvolgendo le imprese agricole nella definizione delle priorità di
intervento, nella sperimentazione e nella divulgazione.
(Mozione n. 110 del 20-01-2014)


Trasporti pubblici

Serve un coordinamento per superare l’attuale fase nella quale i
diversi servizi di trasporto sembrano lavorare per compartimenti
stagni. Ad esempio, i principali centri non sono collegati con
l’aeroporto di Lamezia Terme, in coincidenza con i voli nazionali
ed internazionali. L’intermodalità è la migliore risposta possibile
alle esigenze dei collegamenti urbani ed interurbani, tanto più in
una regione in cui le sedi di lavoro, gli uffici, i principali ospedali,
sono concentrati in aree limitate dove quotidianamente si registra
l’afflusso di migliaia di persone. Inoltre è assurdo che in Calabria
il servizio di trasporto non sia garantito la domenica. Una regione
a vocazione turistica, infatti, deve rendere fruibili i mezzi pubblici
anche e soprattutto nei giorni festivi.
(Interrogazione n. 490 del 20-01-2014)


No al trasloco in Puglia
della direzione generale di Banca Carime

I vertici di Ubi Banca hanno preannunciato l’accentramento nella
direzione centrale di Bari del servizio crediti e finanza agevolata
e della direzione affari legali e societari di Banca Carime spa,
attualmente allocate nel capoluogo bruzio. La Banca Carime è a
tutti gli effetti una banca calabrese con sede legale e direzione
generale a Cosenza, pertanto le sue funzioni direzionali devono
continuare ad essere esercitate in Calabria. La politica calabrese
deve opporsi all’ipotesi del trasloco sia per salvaguardare i livelli
occupazionali sia per evitare che un così importante istituto
di credito venga in breve tempo smantellato, tenendo inoltre
presente che l’eventuale trasferimento a Bari comporterebbe
anche la perdita degli oneri fiscali che l’istituto di credito versa in
qualità di contribuente nelle casse della Regione.
(Mozione n. 70 del 04-09-2012)


La partecipazione dei giovani
alla vita istituzionale

Il nostro Paese rappresenta oggi l’unico caso in Europa di
uno Stato privo di strutture di rappresentanza per le nuove
generazioni intese come parte sociale nei rapporti con il governo
centrale e le istituzioni locali. A livello regionale, ho proposto la
costituzione della consulta dei giovani, quale organo consultivo
del consiglio e della giunta regionale e l’istituzione presso il
consiglio regionale di un settore per le politiche giovanili. Alla
consulta spetterà la promozione di ricerche sulla condizione
giovanile, la designazione di propri rappresentanti negli
organismi regionali e sub regionali in materia di politiche per
il lavoro, istruzione, formazione professionale, fabbisogno
abitativo, sanità, ambiente, trasporti, vita associativa, sport,
cultura, innovazione tecnologica e processi produttivi.
(Proposta di legge n. 116 del 15-11-2010)


Iniziativa legislativa
e disciplina dell’istituto referendario

L’iniziativa legislativa regionale può essere esercitata anche da
un gruppo di cittadini, in numero non inferiore a cinquemila e in
Calabria è prevista anche la possibilità di indire un referendum
popolare per l’abrogazione, totale o parziale, di una legge o di
un regolamento regionale quando ne facciano richiesta almeno
il 4% degli iscritti nelle liste elettorali dei comuni della regione.
Affinché tali strumenti di democrazia partecipativa possano
trovare piena applicazione, ho presentato un progetto normativo
che regolamenta le modalità di raccolta e presentazione
delle firme, i criteri di ammissibilità dei quesiti referendari,
l’espletamento della votazione e delle operazioni di scrutinio. La
stessa proposta disciplina anche le modalità di svolgimento del
referendum consultivo.
(Proposta di legge n. 117 del 15-11-2010)


Sì al referendum per l’abrogazione del vitalizio

Rispetto alla proposta del Movimento 5 stelle di indire un referendum
regionale per l’abolizione dei vitalizi dei consiglieri regionali,
sono intervenuto dichiarandomi favorevole, unico consigliere
dello schieramento di maggioranza. Alla fine l’aula ha dichiarato
inammissibile il referendum. Credo che questa sia stata una sconfitta
per la democrazia nella nostra regione che, forse per la prima volta,
avrebbe indetto un referendum. Ritengo che l’istituto referendario
debba essere incrementato e penso che sia più utile destinare i
soldi derivanti dalla riduzione dei nostri stipendi anche ai costi del
referendum per dare l’opportunità ai cittadini, in un momento di
grande sfiducia e allontanamento dalla politica, di esprimere il proprio
pensiero e il proprio orientamento.
(Voto favorevole espresso nella seduta del 06-09-2013 sulla proposta di ammissibilità
del referendum per l’abrogazione del vitalizio dei consiglieri regionali)


Primari scelti per merito e non per nomina

Nella sanità calabrese occorre tagliare ciò che non serve per
pagare quello che serve. E quello che serve sono le terapie
che danno un risultato in termini di salute della collettività.
Questo sistema, sganciato dalle obsolete logiche di gestione
che hanno svilito il ruolo dei medici, posiziona il paziente e non
l’organizzazione, al centro del sistema sanitario. I medici sono
le uniche figure in grado di stabilire le priorità, perciò la classe
dirigente deve selezionare la migliore classe medica possibile,
adottando il criterio della meritocrazia e non dell’appartenenza.
Deve essere questa la regola da cui ripartire per costruire un
modello socialmente corretto, ma anche economicamente più
conveniente.
(Intervento alla tavola rotonda sul tema: “La medicina calabrese, nuove esigenze
organizzative e aspettative dei cittadini” del 29-09-2011)


Se non vuoi che il merito vada in fumo…

Insieme ad un gruppo di giovani laureati ho organizzato una
petizione finalizzata a sensibilizzare gli amministratori pubblici ad
adottare la cultura del merito ad ogni livello: svolgere i concorsi
attraverso procedure trasparenti e puntare, nel conferimento
degli incarichi, sulle persone che hanno realmente le capacità di
far progredire la Calabria. In questa entusiasmante esperienza
abbiamo raccolto circa 18.000 adesioni di persone che hanno
sottoscritto lo slogan “se non vuoi che il merito vada in fumo,
firma qui!”, condividendo così un principio semplice e chiaro: il
talento, l’impegno, la capacità professionale devono prevalere
sulla rete di conoscenze. Sostenere i migliori è un metodo che fa
avanzare l’economia dell’intera regione.


Riordino delle Province?

Meglio eliminarle del tutto
Com’è noto è in corso, a livello centrale, una profonda
riorganizzazione delle province, che saranno drasticamente
ridimensionate. Ancora una volta però, si è persa l’occasione per
adottare un percorso realmente riformatore, preferendo restare
in un limbo che da una parte non consente di ridurre le spese
per il funzionamento delle amministrazioni locali, dall’altro non
snellisce la burocrazia, né apporta miglioramenti per i cittadini.
Se fosse dipeso da me, sarei stato più radicale. Ideale sarebbe
stato eliminarle completamente e trasferire tutte le competenze ai
Comuni e alle Regioni, che poi sarebbero state libere di decidere se
istituire o meno dei distretti amministrativi senza cariche elettive.