Cento, o quasi

Chiedetemi quante volte sono andato a Roma negli ultimi 40 mesi. Risposta: mai. Chiedetemi quante cose ho proposto per la Calabria: cento. O quasi”

mercoledì 22 gennaio 2020

(Come volevasi dimostrare)

I sindaci della provincia di Cosenza hanno deciso di non guastarsela col nuovo blocco di potere sovranista (giusto per utilizzare un eufemismo). E Salvatore Magarò ha deciso di aderire in perfetta solitudine al suo stesso appello




A questo punto sta al movimento delle sardine assumere un ruolo vicariante (rispetto alla pochezza etica e strategica dei partiti tradizionali, alla miopia e al narcisismo dei candidati locali) e provare a ribaltare gli esiti elettorali che i media nazionali danno per scontato. Importa che la Calabria si sleghi, tutto il resto è secondario.

E' un invito a presentarsi al seggio con un segno del genere, insomma a rivendicare un voto contro il trasformismo e in favore della legalità, come se fosse di solidarietà a Gratteri oltre che a Callipo (attenzione però a non farsi annullare la scheda)




Insomma, un voto difensivo rispetto al diffuso malaffare



domenica 19 gennaio 2020

Questa è la proposta di Salvatore per le regionali del 2020


Salvatore Magarò, Sindaco di Castiglione Cosentino

§

vediamo se i colleghi della provincia di Cosenza vengono allo scoperto

venerdì 7 settembre 2018

il Pacchero d'Argento: le motivazioni della IX edizione (2018)


a Paride Leporace

Non vorremmo essere la memoria di Paride. Giornalista, cinefilo, da qualche anno direttore di una Film Commission, anzi di due. Ricorda tutto delle cose notevoli, degli avvenimenti, della storia patria, di un quartiere, di una città, di una regione. Anzi, di due. 

IX edizione di un pacchero alla 'Ndrangheta

il Marsili notizie






photo: Claudio Valerio



giovedì 5 luglio 2018

parole nude


Jacques Derrida, seminario di Cerisy del luglio 1997 su L’animale autobiografico.

Parole nude, per incominciare, annunciano fin dall’inizio che attraverso una riflessione sull’animalità si tratterà innanzitutto del nudo in filosofia (p. 35; 15). È di fronte all’animale, in effetti, allo sguardo della sua gatta, che – con una messa in scena solo apparentemente sartriana, in realtà post-heideggeriana, post-levinasiana, post-lacaniana – Derrida stesso scopre il disagio, il pudore, l’imbarazzo del sapersi nudo e trovarsi rispecchiato e osservato dalla nudità dell’altro, nudità che riteniamo strutturale e inconsapevole (e quindi propriamente neanche davvero tale), nell’atteggiamento pieno di vergogna di chi si sente come una bestia e perciò, sapendo di esser nudo, invece pudicamente si riveste: “L’animale sarebbe in situazione di non nudità in quanto nudo e l’uomo in situazione di nudità dal momento che non è più nudo. Ecco una differenza, un tempo o un contrattempo tra due nudità senza nudità” (p. 40; 20).
E se il punto di vista del gatto, dell’altro assoluto e totalmente altro che non solo mi guarda, ma che reclama forse anche qualcosa, fosse invece proprio quello da cui occorre partire per tematizzare, rivelandola finalmente, la sua e la mia paradossale nudità/non nudità, oltre che la bestialità soltanto mia?

A partire da Bentham e dalla sua sfida a chiedere non se gli animali pensino o parlino, ma se soffrano come noi – ovvero se possano non potere, se possano paradossalmente essere impotenti nella loro vulnerabile passività che condividono con la nostra finitezza e se perciò meritino compassione (cfr. p. 66; 49) – si snoda una riflessione che, da un’altra prospettiva sull’animale e sulla nudità sua e nostra, indaga in realtà una diversa genesi del pensiero: “L’animale ci guarda e noi siamo nudi davanti a lui. E pensare comincia forse proprio da qui”.

Ma non dice in fondo ‘eccomi’, a suo modo, anche l’animale, indicandosi autodeitticamente in un: ‘sono qua’, ‘sono io’, quando obbedisce mansuetamente alla mia convocazione?

Oppure quando appare qui vicino un branco di rognosetti?


Eccomi, eccoci. 

§§§

Tenetevi stretti i vostri bambini, voi che trasudate odio.
Teneteli al sicuro nelle loro culle dorate, rimpinzandoli di cibo e carezze. 
Cantate loro le più belle nenie e, quando scende la notte, vegliate sul loro sonno, voi che non conoscete misericordia.
Insegnate loro l’amore e la pietà, voi che diffondete morte.
Io , che non sono padre, pregherò per i miei figli.
Io, che non sono padre, spererò ogni giorno che i loro piccoli piedi tocchino terra.
Mi inginocchierò innanzi al mare e chiederò clemenza alle sue onde. 
Io, che non sono padre, non mi stancherò mai di guardare l’orizzonte nell’attesa di abbracciare i miei figli

(segnalatomi da Monsignor Francesco Savino)





mercoledì 28 dicembre 2016

Didattica dell'antindrangheta

Salvatore Magarò precursore di Papa Francesco




L'alchimia, con le sue albedo, nigredo e rubedo (non a caso divenuti nomi di una linea di grappe alla liquirizia della ex-Zagarese), resta ovviamente l'architesto, il riferimento forte e influenzante. Ma la storia dei divertissement parafarmaceutici affonda, collocandoci in tempi più recenti, nella patafisica di Jarry. E il precursore più noto è la Resurrettina di Raymond Roussel, che funziona solo se assunta insieme al Vitalium (né più né meno come nelle epatiti il sofosbuvir va assunto assieme al dactlasvir).